17 Gennaio 2016

Carissimi Parrocchiani,

concludevo la settimana scorsa affermando che Mosè sta davanti a noi come un esempio luminoso di distacco e di umiltà.

A questa considerazione voglio aggiungere che per noi imitare lo spirito di servizio di Mosè vuol dire ritrovarci sulla stessa lunghezza d’onda di Gesù che nella sua vita si è fatto servo di tutti.

Ce lo ricorda bene san Paolo nel famoso testo che si trova nella sua lettera ai Filippesi nel quale coglie nel servizio vissuto in obbedienza al Padre la chiave interpretativa della vita di Gesù.

[6] Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; [7] ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, [8] umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

[9] Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome;  [10] perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra; [11] e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre. (Fil 2,6-11).

Sullo sfondo di queste parole sta la testimonianza di Gesù stesso che in più occasioni ha interpretato la sua vita proprio in termini di servizio: Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,45).ù

A questo stile di servizio Gesù esorta ognuno di noi. Ricordiamo le parole da lui pronunciate durante l’ultima cena dopo aver lavato i piedi ai discepoli: Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene perché lo sono. Se dunque io , il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l’esempio perché anche voi facciate come ho fatto io” (Gv 13,13-15). Ugualmente in un’altra occasione intervenendo nella discussione che animava i discepoli su chi tra loro fosse il più grande così li aveva istruiti: Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti (Mc 10,43-44).

Alla luce della testimonianza di Mosè e dei servizi da lui svolti, alla luce della testimonianza di Gesù, comprendiamo che il servizio che il Signore ci chiede non può essere un esercizio a ore, esercitato come una professione; è invece un servizio che coinvolge tutta la vita, è parte della nostra vita, anzi, è la nostra stessa vita; inoltre, si rende disponibile per tutti senza esclude nessuno; infine, cerca di venire incontro a tutti i bisogni dell’uomo, a partire da quelli più materiali come è il soddisfare la fame e la sete, fino ai più elevati come è l’offrire consolazione o l’intercedere nella preghiera.

 

Don Luigi Pedrini