Settimana dal 19 al 26 novembre 2023 CAMMINARE INSIEME

Foglio settimanale della Parrocchia
S. Leonardo Confessore
Tel. 0382 587113
Cell. 335 83 99422

sanleonardoevalle@gmail.com
Settimana dal 19 al 26 novembre 2023

Calendario Liturgico

Domenica 19(XXXIII T.O.):  
ore 8.00: Nadia
ore 9.30 (alla Motta): Ambrogio e Gianna
ore 11.00: Luigi Mella e fam. defunti

Lunedì 20:
ore 16.30: Mauro

Martedì 21:   Presentazione della beata Vergine Maria
ore 16.30: fam. Certani Campari

Mercoledì 22:
ore 17.00: Mauro

Giovedì 23: ore 16.30

Venerdì 24: ore 16.30

Sabato 25:
ore 17.00: per la comunità

Domenica 26(CRISTO RE):  
ore 8.00: per la comunità
ore 9.30 (alla Motta): fam. Scoccati e Vigoni
ore 11.00: Lidia Rebuffi e Guerrino Guzzon

Vangelo

(Domenica 19)

Sei stato fedele nel poco, prendi parte alla gioia del tuo padrone.

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 25,14-30

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”».

Messaggio

Cari fratelli,

a prima vista la parabola del vangelo di oggi può sembrare imbarazzante, legata quasi ad un’ottica di guadagno. E allora ecco che l’accento è stato posto sulle opere, sul fruttificare; ma anche questo senso è parziale. Infatti il senso generale della parabola è ben specificato dal premio e dal castigo finale, che vanno al di là dei limiti del racconto. Il tema generale è dunque quello dell’accoglienza operosa del regno. Più che sul semplice impegno a sviluppare bene le proprie doti, il discorso cade sull’accettazione efficace ed attiva del dono della salvezza. È in pratica l’equivalente del “restiamo svegli” dell’ammonimento di Paolo. Il primo appello che oggi riceviamo ci orienta perciò verso la decisione seria e radicale che si esprime nella concretezza della vita e nella specificità delle nostre scelte.

Il motivo del fruttificare non è certo escluso. Come la donna ideale, simbolo della sapienza, della prima lettura, anche noi siamo chiamati alla operosità ed alla misericordia. Come i cristiani di Tessalonica, siamo chiamati a vivere come figli della luce e del giorno, che compiono le opere giuste.

Nella figura del servo inattivo c’è un’altra connotazione, la paura, che trasforma la religione solo in un dovere e quindi nel minimo legale richiesto. “La fede è il rischio dei rischi; è per tutti lo stesso salto nel vuoto; ma è anche gioia e promessa, amore e vita. La fede è conversione; è il radicale nuovo orientamento dell’uomo che sta nudo davanti a Dio, che per acquisire la perla preziosa diventa povero e per amore è pronto a perdere la propria anima”. (K. Barth)

 A tutti  una buona settimana. Don Emilio