28 Giugno 2015

Carissimi Parrocchiani,

dopo aver rivolto la nostra attenzione alla figura del faraone, ora guardiamo al secondo grande protagonista di questa vicenda che designiamo comunemente con il titolo di ‘piaghe d’Egitto’.

Chi è dunque Mosè? Mosè appare un uomo profondamente libero di fronte al faraone. La consapevolezza di essere mandato dal Signore per questa missione e di poter contare sulla forza dello Spirito di Dio le rende capace di pazientare, di adattarsi e, nello stesso tempo, di mantenersi fermo, tenace nel richiedere ciò che è giusto.

Mosè affronta questa non facile situazione da uomo pienamente affidato alla chiamata di Dio e, di riflesso, del tutto distaccato dalle proprie risorse umane.

Al riguardo, è significativo il suo diverso atteggiarsi in questa situazione rispetto all’iniziativa presa a suo tempo al principio della vita adulta. Allora aveva optato per la strada della violenza, scelta ritenuta necessaria per prendere in mano la situazione con efficacia. Ora, invece. imbocca la strada della persuasione senza cedere alla tentazione di imporsi con la forza. È significativo al riguardo che nella prima iniziativa Mosè non dica una parola e passi subito all’azione; nella seconda, invece, fa leva sulla parola, sul dialogo che accompagna anche con segni che danno autorità e credibilità a ciò che va annunciando.

Così da una parte, Mosè è l’uomo che si fa portatore della Parola di Dio al faraone. Nel confronto con il faraone incontriamo continuamente il ritornello. “Va’ dal faraone e parlagli…”. E Mosé, in fedeltà alla Parola, accetta ogni volta di ritornare dal faraone e, pur riscontrando in lui un’ostinazione dura a morire, insiste perché abbia a credere nella Parola del Signore.

Dall’altra, Mosè è anche l’uomo dei segni. Le dieci piaghe d’Egitto sono tra i segni più significativi da lui compiuti. Sono segni in progressione: si passa dall’iniziale puro segno dimostrativo per cui Aronne getta davanti al faraone il bastone che si trasforma in serpente (segno che non viene accolto, perché i sapienti d’Egitto riescono a fare la stessa cosa) ai segni sempre più molesti e più duri (le mosche, l’acqua che non si può bere…) fino alla decima piaga (la morte dei primogeniti egiziani) che vincerà la durezza di cuore del faraone e lo spingerà ad acconsentire alla richiesta avanzata da Mosè.

A questo punto si impone, però, la necessità di far luce sul significato da attribuire alle dieci piaghe, dato che, a prima vista, sembrano mostrare un Dio che castiga.

Ne parleremo la prossima settimana!

Don Luigi Pedrini