29 Gennaio 2012

San Leonardo Confessore (Linarolo), 29 Gennaio 2012

Carissimi Parrocchiani,

seguiamo ora il dialogo che si intavola tra Dio e Giacobbe

Quegli disse: <<Lasciami andare, perché è  spuntata l’aurora>>. Giacobbe rispose: <<Non ti lascerò, se non mi avrai benedetto!>>. Gli domandò: <<Come ti chiami?>>. Rispose: <<Giacobbe>>. Riprese: <<Non ti  chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e con gli  uomini e hai vinto!>>. Giacobbe allora gli chiese: <<Dimmi il tuo nome>>. Gli  rispose: <<Perché mi chiedi il nome?>>. E qui lo benedisse (Gn 32,27-30).

Il dialogo si impernia su due elementi fondamentali: il nome e la benedizione. Anzitutto, il nome: il  personaggio misterioso chiede a Giacobbe il nome e saputolo lo cambia: d’ora in avanti non si chiamerà più Giacobbe, ma Israele.
Il cambiamento del nome attesta l’autorità di questo sconosciuto, ma insieme anche la volontà di stabilire una familiarità nuova, una nuova appartenenza. Giacobbe esce da questa vicenda cambiato, con una nuova identità: nasce come Israele.
E, così, scopriamo dove affonda la radice di Israele: proprio in questo conflitto tra Dio e Giacobbe, un conflitto che lo porta ad aggrapparsi disperatamente a Dio, il popolo di Israele ha sempre visto la propria origine e la propria identità.
È interessante anche la spiegazione del nome: “hai combattuto con Dio e con gli uomini e hai vinto”. In realtà è il contrario e il passo zoppicante con cui Giacobbe esce da questo combattimento lo testimonia. Eppure, Giacobbe ha vinto: la sua vittoria consiste proprio in questo aggrapparsi totalmente a Dio. Il suo arrendersi a Dio è in realtà la sua vittoria e Dio, d’altra parte, non voleva ottenere da lui nient’altro che questo: far sì che Giacobbe arrivasse ad affidarsi a lui, nonostante tutto.
In questo modo, Dio è riuscito in una notte, con la lotta, a ottenere questa consegna da un uomo che, fino ad allora, aveva vissuto facendo leva sulla propria intelligenza e sulla propria scaltrezza, cavandosela peraltro egregiamente nelle diverse situazioni della vita.

Il secondo elemento al centro del dialogo è la benedizione. Ma su questo ci soffermeremo la prossima volta.

 

Don Luigi Pedrini