Archivi categoria: Parrocchia

Grest 2019

Il GREST di quest’anno ha come titolo BELLA STORIA. Bella storia è l’estate che ci sta davanti, ma, soprattutto, una BELLA STORIA è la nostra vita.

Due estati fa ci siamo scoperti custodi della meravigliosa opera creatrice di Dio che è at-torno a noi ed alla quale anche noi apparteniamo. Ma non ci siamo limitati allo stupore ed alla gratitudine: la scorsa estate ci siamo rimboccati le maniche; abbiamo messo le mani in pasta con il mondo riconoscendoci co-creatori con Dio e capaci di cose molto buone.

Quest’anno, durante il GREST sarà la nostra Bella Storia di bambini, preadolescenti, adolescenti ed adulti, ad andare in scena. Non spaventiamoci però: c’è una buona noti-zia! Non siamo soli: come a Mosè Dio dirà anche a noi sempre “Io sarò con te”.

Durerà tre settimane, con inizio lunedì 17 giugno e conclusione venerdì 5 luglio.

Per chi desidera seguirà una quarta settimana di attività estiva, nella quale si conserve-ranno le uscite in piscina, i momenti di gioco, mentre si introdurranno momenti di dopo-scuola per i compiti delle vacanze.

La struttura di massima è la seguente:

le giornate di lunedì e venerdì si svolgeranno interamente in oratorio secondo l’orario seguente:  

  • 9.15 Preghiera in Chiesa
  • 9.45: Inno, attività varie per gruppi, danze, laboratori
  • 12.30: pranzo al sacco (lunedì pastasciutta, venerdì pizza); tempo libero
  • 14.00: tempo libero organizzato
  • 15.00-15.30: tempo libero
  • 15.30: canti e storia in vista dello spettacolo finale
  • 16.00: preghiera insieme e congedo

Nei giorni di martedì e giovedì si va in piscina. I mercoledì sono da definire come escur sioni. Il pranzo è sempre al sacco. Il costo e le modalità di iscrizione alle eventuali gite saranno comunicati all’atto dell’iscrizione.

Costo dell’iscrizione è  € 15.00 più € 5.00 per la maglietta col logo del Grest .

Costo settimanale € 30.00 comprensivo di ingresso in piscina e pastasciutta del lunedì e pizza del venerdì e bevande. Il costo della gita sarà comunicato a parte.

Iscrizioni entro domenica 2 giugno 2019.

Iscrizione Grest 2019

Iscrizione Grest  2019 – educatori

Grest

PROGRAMMA DELLA 2° SETTIMANA 23-27 giugno

Lunedì

  • Preghiera – Inno
  • 10.00 – 11.00: Laboratorio 1° gruppo – Preparazione della danza dello spettacolo finale.
  • 11.00 – 12.00: Laboratorio 2° gruppo – Preparazione della danza dello spettacolo finale.
  • 12.30: pranzo
  • segue tempo libero in oratorio fino alle ore 14.00: nessuno si ferma nel cortile della casa parrocchiale.
  • 14.00 Canti – Quiz a punteggio
  • 14.30-15.30: gioco insieme
  • 15.30: tempo libero
  • 16.00: Preghiera insieme – Ghiacciolo

 

Martedì:

  • 9.30: Preghiera
  • Piscina
  • Ritorno: ghiacciolo

 

Mercoledì: Uscita

ELEMENTARI

  • 9.30: Preghiera
  • 10.00: Inno in oratorio – Partenza per la Cascina Busto di Ferro Giochi in cortile
  • 12.00: Pranzo
  • 13.30: Spostamento al parco giochi del Ristorane “Amici del Po” Giochi
  • ore 15.30: Gelato
  • ore 16.00: Ritorno in oratorio

MEDIE

  • 9.30: Preghiera
  • 10.00: Inno in Oratorio – Partita di calcio
  • 12.30: Pranzo
  • 14.00: Preparazione spettacolo
  • 16.00: Preghiera insieme – Ghiacciolo

Giovedì

  • Ore 9.00: Partenza in pullman per Milano. Preghiera insieme agli altri ragazzi dei GREST e spostamento poi nel vicino parco acquatico. Ritorno in oratorio per le ore 18.00.
  • Per chi ha dato l’adesione c’è la possibilità di usufruire del pranzo in oratorio alle ore 19.00 (gratuito).

Rivolgo l’invito ai genitori a favorire la partecipazione dei ragazzi e degli adolescenti ai Vespri e alla Processione eucaristica alle ore 20.45.

Venerdi

  • Preghiera – Inno
  • 10.00 – 11.00: Laboratorio 1° gruppo – Preparazione della danza dello spettacolo finale.
  • 11.00 – 12.00: Laboratorio 2° gruppo – Preparazione della danza dello spettacolo finale.
  • 12.00-12.30: tempo libero
  • 12.30: pranzo (pizza)
  • Tempo libero in oratorio fino alle ore 14.00
  • 14.00 Canti – Quiz a punteggio
  • 14.30-15.30: gioco insieme – tempo libero
  • 16.00: Preghiera insieme – Ghiacciolo

 

22 Giugno 2014

Carissimi Parrocchiani,

da qualche tempo a questa parte, ogni qualvolta abbiamo occasione di venire in chiesa, il nostro sguardo è attratto dall’immagine di Maria che abbiamo collocato su una delle colonne del nostro presbiterio.

Si tratta di un’icona raffigurante Maria col Bambino Gesù su uno sfondo tutto dorato. Benedetta durante la Messa solenne dell’ultima domenica di Maggio, ora è esposta alla pubblica venerazione di tutta la comunità.

Ho pensato sul foglio settimanale di concederci una pausa al termine della vicenda di Giuseppe, prima di metterci in ascolto della successiva vicenda che vede Mosè come principale protagonista. In questo intervallo voglio riprendere con voi le riflessioni con cui, nelle sere del mese di maggio, ho cercato di spiegare il significato dell’icona in generale e, in particolare di questa icona raffigurante Maria col Bambino Gesù.

In questa prima riflessione voglio ricordare le due ragioni fondamentali che giustificano, nella tradizione cristiana, l’utilizzo delle immagini sacre.

La prima ragione – è quella fondamentale – affonda le sue radici nel mistero dell’Incarnazione. Dio, l’Invisibile, Colui che è radicalmente diverso da noi, si è degnato di farsi uomo rendendosi così visibile a nostri occhi. Lo afferma solennemente san Giovanni all’inizio del suo Vangelo: “In principio era il Verbo […] e Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi: e noi abbiamo visto la sua gloria”(Gv 1,1.14). Da questo momento nella fede cristiana si è affiancata all’importanza della dimensione uditiva anche quella visiva. In altri termini: mentre prima sostanzialmente il credere dipendeva dall’ascoltare la Parola di Dio, ora, invece, il credere è legato anche alla possibilità di poter vedere grazie a Gesù il volto di Dio. Davvero a noi è stato concesso – come afferma san Pietro nella sua 2° Lettera – di essere “testimoni oculari della sua grandezza” (2 Pt 1, 16).

Questa iniziativa straordinaria con cui Dio si rende visibile ai nostri occhi viene incontro anche al desiderio profondo che ogni uomo porta in sé di poter vedere Dio “a faccia a faccia”. Oggi per il cristiano questo desiderio è diventato ancora più forte: vivendo noi in una società in cui l’immagine ha un posto di primo piano, siamo diventati ancora più sensibili alla dimensione del vedere e questo ha ripercussioni anche sulla nostra fede.

Il fatto che l’icona venga incontro a questa esigenza, costituisce la seconda ragione del suo valore e della sua attualità per noi.

 

Don Luigi Pedrini

 

Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini,

vero pane dei figli: non deve essere gettato.

Con i simboli è annunciato, in Isacco dato a morte,

nell’agnello della Pasqua, nella manna data ai padri.

Buon Pastore vero pane, o Gesù pietà di noi:

nutrici e difendici, portaci ai beni eterni, nella terra dei viventi.

Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra

conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo.

PELLEGRINAGGIO

AL SANTUARIO MADONNA DELLA CORNABUSA

E A PASTURO

 

Sabato 10 maggio 2014

PROGRAMMA

  • Ore 8.30: Partenza per il santuario Madonna della Cornabusa.
  • Ore 10.30: spiegazione del Rettore del Santuario.
  • Ore 11.00: Celebrazione Eucaristica. Pranzo.
  • Nel pomeriggio: a Pasturo visita al Cimitero, al Santuario della Madonna della Cintura.
  • Tempo libero.
  • Ritorno.

Costo: 35,00 (comprensivo del viaggio e del pranzo).

Iscrizione va data entro domenica 4 maggio presso la Sig.ra Mara.

 

OMELIA SAGRA MADONNA DEL ROSARIO

OMELIA SAGRA MADONNA DEL ROSARIO

 2 ottobre 2011

Oggi, prima domenica di ottobre, 27° domenica del tempo fra l’anno, per noi è solennità: ricorre la Sagra della Madonna del Rosario. La Sagra nella vita di una parrocchia è un momento importante: ci aiuta a far memoria del nostro essere comunità di fede, famiglia nel Signore e, quindi, a ritrovare la nostra identità di parrocchia. In secondo luogo, la nostra Sagra, essendo dedicata a Maria come Vergine del Rosario, accresce la nostra devozione verso di Lei e ci stimola a invocarla con il Rosario.

Anche la prima lettura che abbiamo ascoltato era un invito forte a ripensare al nostro essere comunità di fede che appartiene al Signore. Dio si rivolge a Israele, sua comunità di fede chiamandola sua “vigna”, per dire che è il pezzo di terra che Egli ha riservato a sé e che con ogni cura ha lavorato (mi spiegavano tempo fa che tenere una vigna in ordine richiede un lavoro continuato. Io stesso ho visto la fatica che comporta il sottrarre qualche metro quadrato di terra alla montagna per trasformarla in vigna). Dio, infatti, intonando il suo cantico per la vigna ricorda la premura, la presa a cuore con cui si è dedicato alla sua vigna: “Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che io non abbia fatto?”. Ma, poi, il cantico si trasforma in lamento: “Perché mentre attendevo che producesse uva, essa ha prodotto acini acerbi?”.

Nel Vangelo Gesù riprende sostanzialmente questo messaggio, aggiungendo, però, un complemento molto importante. Nella prima lettura Dio poneva la domanda. “Potevo fare di più di quello che ho fatto?”, qui nel Vangelo Gesù viene a dirci che Dio ha ritenuto di fare nei nostri confronti un gesto ulteriore di benevolenza. Dopo i profeti da Lui mandati e che noi abbiamo rifiutato, Dio ha voluto tenderci ancora la mano mandando il suo Figlio. Purtroppo, però, neppure questo è valso a smuovere il nostro cuore.

Davanti a queste letture mi veniva spontaneo aprire una domanda sulla nostra comunità. Mi domandavo: e se il Signore ora intonasse il cantico per noi sua vigna come sarebbe? Anche a noi potrebbe ricordare la cura che ci ha usato. Lo testimonia la radicata tradizione di fede che si avverte nella maggior parte delle famiglie. Ma dobbiamo anche chiederci: questa eredità che abbiamo ricevuto come la stiamo valorizzando? Crediamo ancora che questo patrimonio di valori che ha sostenuto prima di noi tante generazioni merita di essere salvaguardato? Sentiamo la responsabilità dover trasmettere questa eredità ai ragazzi, ai giovani, di educarli alla fede così come ci siamo impegnati a fare nel giorno in cui li abbiamo portati in chiesa davanti al Signore chiedendo per loro il battesimo?

Purtroppo, oggi il vento della secolarizzazione che progetta un vivere come se Dio non ci fosse, illudendoci di poter bastare a noi stessi, soffia ovunque e si fa sentire anche nella nostra piccola comunità. Eppure di Dio abbiamo bisogno. Magari, in un primo momento ci sembra di poter vivere anche senza, che le cose funzionino abbastanza bene anche senza di Lui. Ma, poi, ci si accorge che qualcosa manca, che questo mondo da solo è troppo piccolo per la sete di infinito che portiamo in noi.

Nei giorni scorsi il Papa nella sua visita in Germania parlando di Lutero e della sua riforma, ha ricordato che al centro della sua ricerca interiore c’era la questione di Dio: “Come posso credere in Dio e in un Dio misericordioso?”. E confessava la sua meraviglia per questa domanda di Lutero su Dio, perché oggi , anche tra i cristiani, sono pochi quelli che si interrogano seriamente su Dio e si chiedono veramente: “Ma Dio che cosa ha a che fare con la mia vita? E io come mi pongo davanti a Lui?”. Questa domanda che non vuole avere niente di intellettuale, ma vuole essere molto concreta, dovrebbe essere la domanda di ogni cristiano.

Dio che cosa c’entra con la mia vita? Per me ragazzo; per me giovane che mi preparo ad entrare nel cuore della vita; per me che ho una famiglia; per me che svolgo questo lavoro; per me che sono avanti negli anni; per me che sono segnato dalla precarietà della salute; per me che sto attraversando questo momento di prova?

Mettere il Signore al centro della nostra vita oggi richiede il coraggio di andare controcorrente: per questo è necessaria la preghiera. Solo la preghiera permette di sentire che il Signore non ci lascia soli in questo mondo, che possiamo – come diceva san Paolo nella seconda lettura – non angustiarci per nulla e in ogni circostanza fare presente a Dio le nostre richieste.

Nel tenere viva la preghiera valorizziamo – come ci ricorda la nostra Sagra – la bella preghiera del Rosario. “Dal Rosario – ho scritto nel Foglio settimanale – i cristiani di ieri (come quelli di oggi) hanno tratto (e possono trarre) forza per una vita sobria, nella fedeltà che esprime un profondo amore reciproco e una tale dimenticanza di sé in grado di farsi dono a tutti con pazienza nelle avversità”.

Affidiamo tutto questo al Signore per le mani di Maria, come ci esorta san Luigi Grignon de Montfort. Ci aiuti il Signore a calare la fede nella vita concreta di ogni giorno e a testimoniare il coraggio e la speranza che vengono dal Vangelo.

Vivendo così saremo davvero la vigna del Signore.