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3 GIUGNO 2018

Carissimi Parrocchiani,

prima di vedere i passaggi più significativi dell’amicizia che si instaura tra Davide e Gionata, mi sembra giusto richiamare l’attenzione sul suo carattere di singolarità e di straordinarietà.

Ci troviamo di fronte a due giovani entrambi candidati a diventare re – l’uno per successione legale, l’altro in forza della elezione divina – che gareggiano nello stimarsi a vicenda.

Questa amicizia appare così straordinaria che a qualche commentatore è sembrata “troppo bella per essere vera”. Questa impressione spiega, a giudizio di Donatella Scaiola, il fatto che “nella letteratura dedicata all’amicizia tra Davide e Gionata si trovino interpretazioni […] risibili e preoccupanti” (DONATELLA SCAIOLA, “L’amicizia tra Davide e Gionata: un quadro realistico”, in Parole di vita, luglio-agosto 2016, p. 17) che mettono in dubbio l’autenticità di questo legame e avanzano il sospetto che sia dettato da qualche interesse ambiguo.

In realtà, alla radice di queste letture svalutative, sembra di poter ravvisare – come non manca di rimarcare la stessa Scaiola – un pregiudizio in forza del quale si è già deciso in partenza che è per noi impossibile vivere un’amicizia con sentimenti così nobili. Scrive:

Francamente troviamo queste letture preoccupanti perché sembra che l’amore disinteressato non sia possibile, che nelle relazioni si annidi sempre la ricerca di un tornaconto personale […]. Se noi facciamo fatica a esprimere sentimenti nobili, disinteressati, gratuiti, non per questo dobbiamo escludere a priori che questa sia possibile per altri. Analoghi dubbi si trovano nella letteratura dedicata alla storia di Rut e Noemi, sempre perché una dedizione incondizionata come quella espressa da Rut nei confronti della suocera (!) appare sospetta. Noi riteniamo, invece, che l’amicizia tra Davide e Gionata, come quella tra Rut e Noemi, possa prefigurare alcune pagine evangeliche in cui si descrive un amore incondizionato, quello che Gesù esprime durante tutta la sua vita e che chiede ai discepoli di incarnare a loro volta (Ibidem, p. 17)

Da parte nostra, prendiamo le distanze da queste letture negative e guardiamo alla bellezza e al dono di questa amicizia che, peraltro, viene a collocarsi per Davide proprio all’inizio del suo cammino di ascesa verso il trono.

Questo sarà per lui un fatto davvero provvidenziale: la strada che ha davanti lo porterà molto in alto, ma sarà anche irta di difficoltà e l’avere accanto a sé in questi frangenti un amico affidabile su cui poter contare è davvero un grande dono. Sarà per lui “presenza di aiuto e di conforto, compagno fidato capace di alleviare il peso schiacciante di ogni solitudine (B. COSTACURTA, Con la cetra e con la fionda, op. cit., p. 139).

            Don Luigi Pedrini

27 maggio 2018

Carissimi Parrocchiani,

consideriamo ora più da vicino l’evolversi dell’amicizia tra Davide e Gionata. Il testo biblico riferisce che il momento sorgivo di questa amicizia si colloca nel contesto della vittoria che Davide riporta su Golia.

57Quando Davide tornò dall’uccisione del Filisteo, Abner lo prese e lo condusse davanti a Saul mentre aveva ancora in mano la testa del Filisteo. 58Saul gli chiese: “Di chi sei figlio, giovane?”. Rispose Davide: “Di Iesse il Betlemmita, tuo servo “. 1 Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, la vita (‘nepes’) di Giònata s’era legata alla vita (‘nepes’) di Davide, e Giònata lo amò come se stesso (‘nepes’). 2Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare a casa di suo padre. 3Giònata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso (‘nepes’). 4Giònata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco e la cintura (1 Sam 17,57-18,4).

Possiamo notare nel testo la ricorrenza del termine ‘nepes’. Compare per tre volte nel v. 1 dove si dice che “la nepes di Gionata si era legata alla nepes di Davide e che lo amò Giona come la sua nepes”. Ricompare poi nel v. 3.

Il termine può indicare l’anima, la vita e anche la stessa persona. In questo modo il testo vuole dire che tra le anime dei due giovani viene a crearsi un legame straordinario che ha la caratteristica di un amore totale, senza riserve, senza ripensamenti: l’altra persona è amata come la propria vita.

C’è da notare che l’amicizia viene suggellata mediante un patto accompagnato da una singolare donazione che Gionata fa a Davide: le armi e le proprie vesti (vv. 3-4). Il significato simbolico di questa donazione è evidente: Gionata in questo modo offre all’amico la propria dignità regale con tutto ciò che ne consegue.

Il gesto assume anche un carattere profetico: Gionata riconosce in Davide il futuro re d’Israele, colui che è destinato a succedere al trono del padre Saul.

Il Card. Martini nel suo commento invita a non passare sbrigativamente sul fatto che questa amicizia venga suggellata con un patto: non è un particolare da trascurare. Infatti, il patto “rende le persone sensibili l’una per l’altra, capaci di sacrificarsi l’una per l’altra e di prevenire i desideri dell’ altra. È una realtà buona anche agli occhi di Dio e per questo è raccontata con parole commoventi, belle” (Martini, p. 130).

Il comportamento di Gionata evidenzia ancora una volta la nobiltà del suo animo: è un giovane generoso, dimentico di sé, alieno da qualsiasi sentimento di rivalità e gelosia. Con lealtà e disinteresse si affianca a Davide e lo accompagnerà come amico fedele in ogni passo del suo cammino di ascesa al trono. La progressiva crescita di autorità di Davide non sarà percepita da lui come una minaccia per la sua persona, ma al contrario come un motivo di gioia. E questo è il distintivo della vera amicizia perché l’amico vero – come afferma Gesù – gioisce del bene dell’altro (cfr. Gv 3,29-30).

Don Luigi Pedrini

Immagine del 27 maggio 2018

 

20 MAGGIO 2018

Carissimi Parrocchiani,

la nostra comunità dopo la festa della prima Comunione di Giulia Aruffo, Riccardo Lorato e Ludovica Suergiu si dispone a vivere una seconda festa per la Cresima che sei ragazzi e quattro ragazze riceveranno sabato 26 alle ore 16.30 per mano del nostro Vescovo Mons. Corrado Sanguineti.

Questi i loro nomi:

Immagine 1Alessandra Lanterna

Davide Lombardo

Gaia Marozzi

Alessia Mugoni

Martina Piacentini

Stefano Rotariu

Alessandro Savioni

Renato Schiavon

Riccardo Soffiantini

Luca Zanotti

 

Li accompagniamo in questi giorni di preparazione e di comprensibile trepidazione con la nostra vicinanza e la nostra preghiera.

Don Luigi Pedrini

PREGHIERA A MARIA NELLE PROSSIME SETTIMANE

20 domenica, ore 20,45:       Rosario nel cortile della chiesa parrocchiale

21 lunedì, ore 20,45:              In chiesa: rosario e benedizione

22 martedì, ore 20,45:            Rosario pellegrinante nella Zona Tangenziale

23 mercoledì, ore 20,45:        In chiesa: rosario e benedizione

24 giovedì, ore 20,45:            Rosario pellegrinante in Strada Bassa.

25 venerdì, ore 20,45:            Rosario nella chiesetta di Motta San Damiano. Al termine benedizione della piccola grotta di Lourdes adiacente alla chiesetta.

27 domenica, ore 20,45:       Rosario nel cortile della casa parrocchiale

28 lunedì, ore 20,45:              Rosario – Esposizione che si prolunga fino alle ore 22.00.

29 martedì, ore 20,45:            Rosario pellegrinante in Via Cremona, Via Pavia, Via Varese, via Muzio Costantino

30 mercoledì, ore 20,45:        In chiesa: rosario e consacrazione a Maria

31 giovedì, ore 20,45:            Rosario. Seguono i Vespri e la Processione eucaristica del Corpus Domini.

 

PROGRAMMA DELLE GIORNATE EUCARISTICHE

Lunedì 28

 ore 16.30:       S. Messa – Segue l’esposizione eucaristica

ore 17.30:       Canto dei Vespri – Benedizione eucaristica

ore 20.45:       Rosario – Omelia su Gv 21,15-23. Esposizione eucaristica

ore 22.50:       Preghiera di Compieta

Martedì 29

ore 09.30:       Recita delle lodi – Esposizione eucaristica

ore 11.20:       Recita dell’Ora Media – Reposizione

ore 16.30:       S. Messa – Segue l’esposizione eucarisitca

ore 17.30:       Canto dei Vespri – Benedizione eucaristica

ore 20.45:       Rosario pellegrinante in Via Cremona, Via Pavia, Via Varese, Via Muzio Costantino

Mercoledì 30

ore 09.30:       Recita delle lodi – Esposizione eucaristica

ore 11.20:       Recita dell’Ora Media – Reposizione

ore 16.30:       S. Messa – Segue l’esposizione eucaristica

ore 17.30:       Canto dei Vespri – Benedizione eucaristica

ore 20.45:       In chiesa: rosario e consacrazione a Maria

Giovedì 31

ore 08.10:       Lodi

ore 08.30:       S. Messa di chiusura del Mese di Maggio

ore 20.30:       Esposizione eucaristica – Rosario

ore 21.00:       Vespri – Processione Eucaristica del Corpus Domini – Benedizione

 

 

 

13 MAGGIO 2018

Carissimi Parrocchiani,

dopo aver riferito in modo riassuntivo l’evolversi degli eventi che vanno dalla chiamata di Davide a corte fino alla sua salita al trono dopo la morte di Saul, voglio ora soffermarmi su due focalizzazioni all’interno della vicenda richiamata. La prima focalizzazione riguarda l’amicizia che si instaura tra Davide e Gionata; la seconda riguarda la testimonianza virtuosa che il giovane Davide offre nel periodo che precede l’esercizio della regalità.

Soffermandoci ora sulla prima avremo modo di fare anche qualche considerazione sull’amicizia e di metterne in luce la bellezza sia in quanto realtà umana sia in quanto valore vissuto da Gesù stesso e da lui portato a perfezione.

Teniamo presente che nell’Antico Testamento il tema dell’amicizia non è molto sviluppato. Troviamo al riguardo alcune massime nei testi sapienziali e precisamente nel libro di Giobbe (2,12-13; 6,15-30; 19,19), nel libro dei Proverbi (14,20; 15,17; 17,17; 27,5-6); nel libro di Qoelet (4,9-12); nei Salmi (4,10; 38,12, 133). Il testo sapienziale più ricco è il Siracide (cfr. a d esempio 6,5-16; 7,18). A questi testi la Scrittura aggiunge anche l’insegnamento che si può ricavare da un caso esemplare: quello dell’amicizia tra Davide e Gionata.

Si comincia a parlare di questa amicizia dopo la sfida e la vittoria di Davide su Golia. Gionata è il figlio primogenito di Saul: come tale è il legittimo erede al trono.

La prima menzione di Gionata la troviamo nel cap. 13 del primo libro di Samuele: Gionata viene presentato come un guerriero valoroso avendo egli sconfitto “la guarnigione dei Filistei che era a Gabaa” (13,2-3).

Il testo biblico riferendo in modo sintetico questa impresa mette in luce sia la determinazione con cui Gionata prende l’iniziativa di scendere nell’accampamento dei Filistei, sia la fede che lo anima. Ne sono prova le parole che rivolge al suo scudiero per incoraggiarlo a non aver paura di scendere con lui nell’accampamento nemico: “Vieni avviciniamoci alla postazione […]. Forse il Signore opererà per noi, perché non è difficile per il Signore salvare con molti o con pochi” (1 Sam 14,6).

Dunque, Gionata ha la stoffa del vero condottiero, del vero re; inoltre, è un vero credente. SI può dire che Gionata ha tutte le carte in regola per essere un segno successore al trono del padre.

Ora la cosa che sorprende è che proprio tra questi due giovani, Davide e Gionata, designati entrambi a succedere al re Saul – Gionata in quanto erede naturale; Davide in forza dell’elezione divina – anziché diventare gelosi l’uno dell’altro e quindi rivali, diventano talmente amici da siglare la loro amicizia con un patto: Gionata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso” (1 Sam 18,3). C’è da dire che Davide e Gionata hanno molte affinità in comune, si somigliano tra loro nella nobiltà d’animo, ma non di meno nella fede questo li ha aiutati a sentirsi naturalmente in sintonia l’uno con l’altro. Le parole con cui Gionata giustifica l’iniziativa della sua sortita nell’accampamento nemico rivelano una profonda sintonia con quella stessa fede con cui Davide ha affrontato Golia. Entrambi ripongono la fiducia non nelle proprie forze, non nella propria abilità, ma in Jahwé, Signore degli eserciti. Probabilmente è grazie a questa sintonia interiore che essi, incontrandosi, si riconoscono l’uno nell’altro e si accolgono senza reticenze.

            Don Luigi Pedrini

6 MAGGIO 2018

Carissimi Parrocchiani,

in questa domenica, la nostra Comunità parrocchiale è particolarmente in festa perché un ragazzo e due ragazze riceveranno l’Eucaristia per la prima volta. È la loro Prima Comunione.

Vogliamo essere loro vicini specialmente con la preghiera in questo appuntamento che essi vivono con grande emozione e attesa.

Il dono che chiediamo e auguriamo loro è che abbiano sempre a cercare il Signore con semplicità: Egli infatti ama rivelarsi a chi è piccolo e umile di cuore.

Questi i loro nomi: Immagine 06 maggio 2018

 

Giulia Aruffo

Riccardo Lorato

Ludovica Suergiu

Don Luigi Pedrini

29 APRILE 2018

Carissimi Parrocchiani,

tra poco inizierà il mese di Maggio che è per una comunità parrocchiale uno dei mesi più ricchi dal punto di vista pastorale.

Tanti sono gli elementi che lo arricchiscono: anzitutto il ricordo per Maria, la Madre di Gesù: ci aiuterà in questo la preghiera del rosario che si fa ancora più viva in questo mese e il pellegrinaggio che faremo a Certosa venerdì 18 maggio; poi, il rimando al dono dell’Eucaristia quale dono privilegiato con cui facciamo memoria del Signore crocifisso e risorto che si fa presente fra noi. Due appuntamenti in particolare ci inviteranno a porre attenzione al mistero eucaristico: la Prima Comunione di alcuni/e ragazzi/e della parrocchia e le giornate eucaristiche che faremo alla fine del mese in preparazione alla solennità del Corpus Domini; inoltre il richiamo al dono dello Spirito Santo come dono primo del Signore Risorto: ci aiuterà in questo la solennità di Pentecoste e poi la celebrazione della Cresima sabato 26 c.m..

Riporto qui di seguito gli appuntamenti più significativi dei prossimi giorni, affidando a un foglio a parte il calendario della preghiera del Rosario nelle diverse sere del mese di Maggio.

Don Luigi Pedrini

Aprile

Domenica 29 aprile                                    Catechismo 2/3/4/5ª Elementare che si prolunga nel pomeriggio.

Ore 15.15: Incontro per i loro genitori

Maggio

Giovedì 3 maggio                                      Lettura Evangelii Gaudium in oratorio

Domenica 6 maggio                                  Prime Comunioni

Domenica 13 maggio                                 I ragazzi del catechismo vanno alla Casa Famiglia

a Valle Salimbene

Giovedì 17 maggio                                    Lettura Evangelii Gaudium in oratorio

Venerdì 18 maggio, ore 21.00:                  Pellegrinaggio Vicariale alla Certosa.

Domenica 20 maggio (Pentecoste)            Ultimo incontro di catechismo – S. Messa – Pranzo –

Ore 15.00: Spettacolo in salone e conclusione dell’anno

Sabato 26 maggio, ore 16.30:                    Cresima.

dal 29 al 31 maggio                                   SS. QUARANTORE

Giovedì 31 maggio, ore 21.00:                   Vespri – Processione del Corpus Domini      –

Conclusione SS. Quarantore

Giugno

Domenica 3 giugno (Corpus Domini)         Nel pomeriggio: Adorazione eucaristica

Venerdì 8 giugno, ore 21.00:                     In Cattedrale: Celebrazione di chiusura dell’anno

Pastorale

Domenica 10 giugno                                  S. Messa coscritti del 1948 – Pranzo Over 65 anni

Sabato 16 giugno                                      Pellegrinaggio al Santuario di S. Maria del Sasso Ballaro

e al Sacro Monte di Varese

 

MESE DI MAGGIO 2018

CALENDARIO

 

01 martedì       Rosario nel cortile della casa parrocchiale

 

02 mercoledì     In chiesa: rosario e benedizione

03 giovedì         Rosario pellegrinante in Via Case Nuove, Via Cavour , Via Libertà,

Via Allende, Via Roggia Becca.

Partenza all’inizio di Via Case Nuove.

04 venerdì        In chiesa: rosario e benedizione

 

06 domenica    Rosario nel cortile della casa parrocchiale

 

07 lunedì          In chiesa: rosario e benedizione

08 martedì        Rosario a Vaccarizza. Partenza in Vicolo Furiosi presso la cappellina.

09 mercoledì     In Chiesa: rosario e benedizione

10 giovedì         Rosario pellegrinante in Via F.lli Cervi, Via Lombardia, Via Bergamo,

Via Milano, Via F.lli Cervi.

11 venerdì        In chiesa: rosario e benedizione

 

13 domenica    Rosario nel cortile della casa parrocchiale

 

14 lunedì          In chiesa: rosario e benedizione

15 martedì        Rosario pellegrinante in Via Resistenza.

16 mercoledì     In chiesa: rosario e benedizione

17 giovedì         In chiesa: rosario e benedizione

18 venerdì        Pellegrinaggio Vicariale a Certosa

 

20 domenica    Rosario nel cortile della casa parrocchiale

 

21 lunedì          In chiesa: rosario e benedizione

22 martedì        Rosario pellegrinante a Motta San Damiano.

23 mercoledì     In chiesa: rosario e benedizione

24 giovedì         Rosario pellegrinante in Strada Bassa.

25 venerdì        In chiesa: rosario e benedizione (Preghiera Akatistos)

 

27 domenica    Rosario nel cortile della casa parrocchiale

 

28 lunedì          In chiesa: rosario

29 martedì        Rosario Pellegrinante in Via Cremona, Via Pavia, Via Varese,

Via Muzio Costantino

30 mercoledì     In chiesa: rosario e consacrazione a Maria

31 giovedì         Vespri e Processione Eucaristica del Corpus Domini

 

22 APRILE 2018

Carissimi Parrocchiani,

concludendo questo resoconto storico sugli avvenimenti che vanno dal momento in cui Davide viene chiamato a corte fino al momento in cui inizia a regnare al posto di Saul, invito a ritornare per un attimo sui due protagonisti principali di questa vicenda: Saul e Davide. Vorremmo guardarli nell’orizzonte ampio della fede che consente di leggere l’azione dello Spirito che opera nel cuore degli uomini per dipingere in ciascuno l’immagine del suo Figlio Gesù.

Al riguardo ci aiutano queste considerazioni di Rossi de Gasperis quando scrive che ambedue i protagonisti del Primo libro di Samuele, Saul e Davide, ci sono necessari, in modo differente, per assimilare una lezione delicatissima: la complessità del destino dell’uomo del Signore attraverso le vicende della storia; la maggiore o minore possibilità di una purezza di comportamento entro l’economia d’incarnazione del DaBaR di YHWH (Parola di Jahwè) nella carne e nella psiche degli uomini eletti a essere soggetti della storia di Dio nella storia degli uomini (Sentieri di vita, p. 207).

Dunque, le vicende di Saul e di Davide insegnano che tutti noi siamo chiamati a inserirci nella storia che Dio sta portando avanti in modo assolutamente originale e a dare la nostra collaborazione: la offriamo talvolta con un cuore integro e puro, altre volte con un cuore che si lascia catturare da fini secondare e terreni che ci allontanano dalle intenzioni di Dio.

Tuttavia, guardando la storia di Saul e di Davide, la cosa che sorprende è che anche attraverso queste vicende segnate da ombre e da ambiguità Dio ha portato avanti la storia di salvezza che aveva iniziata con Abramo. Davvero, come dice san Paolo nella Lettera ai Romani, tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno (Rm 8,29).

Per questa ragione la storia di questi personaggi, per quanto lontana da noi nel tempo, conserva la capacità di illuminare la nostra vita. È conveniente allora – come ci esorta Rossi de Gasperis – lasciare che la storia dei due destini di Saul e Davide, con tutti i suoi dettagli, accenda e spenga i noi – come avviene nei nostri presepi nel tempo natalizio – piccole e grandi luci, e criteri di sapienza spirituale o carnale, che a distanza si rivelino confermati o invalidati dalla luce del sole, che è Gesù, il Cristo, l’ultimo Messia-Re d’Israele.

E per incoraggiarci a credere nella fecondità di questo dialogo a distanza aggiunge anche questa considerazione: Questa storia ci deve avvincere profondamente per preservarci da un ingolfamento esagerato nelle notizie quotidiane nei servizi televisivi, negli aggiornamenti su internet; e per liberarci da quelle divoranti passioni politiche e sociali (o addirittura sportive), che nei nostri abbagli pseudo-apostolici scambiamo e giustifichiamo come notizie su cui dovremmo mantenerci costantemente aggiornati in vista del nostro impegno per il regno di Dio.

In sostanza, padre Rossi de Gasperis ci ricorda che il rischio a cui siamo esposti è quello di pensare che per servire al meglio il Regno di Dio dobbiamo essere perfettamente aggiornati e quindi rincorrere a tutti i costi le ultime notizie. Per questa strada si dimentica che il miglior aggiornamento è invece quella sapienza di vita che va al di là delle notizie contingenti e che risplende nella vicenda di tanti personaggi di cui ci parla la Scrittura: in loro in modo parziale; in Gesù, il Figlio di Dio che per amore nostro si è rivestito della nostra umanità, in modo perfetto. È soprattutto in lui la sorgente della vera sapienza alla quale dobbiamo attingere.

Don Luigi Pedrini

15 APRILE 2018

Carissimi Parrocchiani,

offro ora una risposta alla domanda che la scorsa settimana ho lasciato in sospeso: si può interpretare la morte di Saul come l’esito drammatico di scelte negative fatte non tanto da lui, quanto piuttosto dagli Israeliti così che da poter dire che in quel momento stava portando in definitiva il peccato di tutto il suo popolo?

In effetti, il testo biblico sembra orientare proprio in questa direzione. E significativo al riguardo che metta sulla bocca di Samuele, in occasione della evocazione dai morti fatta dalla negromante di Endor, la profezia secondo la quale sarebbero stati consegnati nelle mani dei Filistei non solo Saul e i suoi figli, ma anche gli Israeliti e tutte le loro città.

Dunque, andranno incontro alla rovina non solo Saul e la sua famiglia rei di una regalità malamente esercitata, ma tutto il popolo di Israele come a dire che anche gli Israeliti hanno una responsabilità di fronte alla situazione che è venuta a crearsi. Più precisamente il grave peccato che hanno commesso è stato quello di aver forzato la mano a Dio e di aver preteso da Lui un re a ogni costo.

In questo orizzonte, la fine drammatica di Saul e della sua famiglia va vista non semplicemente come l’esito delle scelte discutibili da lui fatte durante il suo regno, ma come il palesarsi del giudizio negativo che Dio aveva dato a suo tempo sull’iniziativa di avviare una monarchia in Israele.

Dio fin dall’inizio aveva fatto presenti i pericoli e le ambiguità legati all’istituzione monarchica. Ora tutto questo viene allo scoperto producendo il suo frutto di morte.

Va rimarcato che queste ombre, purtroppo, accompagneranno in modo costante tutte le monarchie che si succederanno in Israele. Anche in quelle rappresentate da quei re che nel loro modo di regnare più si avvicineranno alla figura del “pastore secondo il cuore di Dio”, come ad esempio Davide, o Giosia, non mancheranno del tutto.

Tutto questo come a dire che ogni regno umano è intrinsecamente segnato da una debolezza congenita così che ultimamente “ogni monarchia, ogni impero umano è destinato finalmente a tramontare (1 Cor 3,4-20)” (Rossi de Gasperis, op. cit., p. 129).

Nessun re di questo mondo può vantare la certezza di aver avviato un regno che sarà imperituro: “Solo quel Figlio di uomo, che è sì Figlio di Davide secondo la carne, ma insieme è Figlio unico del Padre (Rm 1,1-4) ] riceverà un potere eterno, che non tramonta mai, e un regno che non sarà mai distrutto (Dn 7,13-14)” (Ibidem).

Dunque solo nel Regno di Dio il male sarà completamente vinto dal bene. Tutti gli altri regni sono irrimediabilmente segnati dal limite umano.

Questo vale anche per quel regno fiorente che è stato il regno di Davide: tanti sono infatti i limiti che lo connotano, quantunque si tratti di una storia benedetta da Dio.

Da questo punto di vista possiamo guardare in un orizzonte più ampio la vicenda infelice e drammatica del re Saul e leggervi un messaggio profetico che è illuminante per tutte le successive monarchie: esse non dovranno smarrire l’umile coscienza della loro relatività, quella cioè di essere solo una prefigurazione di un altro Regno, quello vero, quello che non può venire da noi, ma che discende dall’Alto.

Don Luigi Pedrini

8 APRILE 2018

Carissimi Parrocchiani,

dopo la pausa dovuta alla festa di Pasqua ritorniamo alla nostra storia per considerare quale ultimo antefatto al Regno di Davide il tramonto del Regno di Saul.

Nel resoconto che stiamo offrendo giungiamo ormai agli avvenimenti che concludono la vita di questo re, il primo di Israele. Saul vive da eroe le sue ultime ore combattendo con coraggio contro i Filistei sul monte Gelboe insieme ai suoi tre figli.

Il testo biblico riferisce i fatti con sobrietà, senza formulare giudizi negativi sul tragico destino a cui Saul va incontro. Indirizza piuttosto verso un atteggiamento di pietà, atteggiamento che poco più avanti si esprimerà compiutamente nel canto funebre che Davide fa sul re e su Gionata.

Come abbiamo già detto Saul muore in battaglia sul monte Gelboe: questo monte chiude a est la pianura di Izreel, così come il monte Carmelo la chiude sul lato occidentale.

Questi due monti hanno un altro particolare in comune: tutti e due hanno visto morire alle loro pendici un consacrato di Dio. Alle pendici del Gelboe muore il re Saul; alle pendici del Carmelo muore quattro secoli dopo il re Giosia. Oltretutto va rimarcato anche il fatto che in entrambi i casi si tratta di due re che cadono trafitti per mano dei nemici: Saul per mano dei Filistei; Giosia per mano degli egiziani del faraone Necao.

Questi particolari assumono un significato più ampio se li leggiamo nell’orizzonte di tutta la storia di salvezza. Infatti, se da una parte avvicinano questi due re tra loro, dall’altra li avvicinano anche a Gesù, il vero re e messia, che su un monte, il Calvario, mentre è in croce, viene trafitto da una lancia. Pertanto, dobbiamo prendere atto di queste singolari affinità che sembrano tracciare una linea di congiunzione che va da Saul a Giosia e si prolunga fino a Gesù.

In questo orizzonte può nascere in noi persino il presentimento che nella vicenda del re Saul e del re Giosia ci sia qualcosa che in certa misura prefigura il mistero di Gesù.

In effetti, Rossi de Gasperis prendendo atto di queste affinità arriva a formulare nel suo commento un sospetto che è arduo, ma che probabilmente coglie nel segno. Scrive: “Qualche cosa ci spinge a sospettare che ambedue (Saul e Giosia) ci siano necessari per abbracciare il mistero dell’ultimo Messia, il servo trafitto del Golgota”. E dopo aver citato questi versetti del quarto canto del Servo del Signore che si trovano nel libro del profeta Isaia: Noi lo giudicavamo castigato, / percosso da Dio e umiliato. / 5Egli è stato trafitto per le nostre colpe, / schiacciato per le nostre iniquità… / il Signore fece ricadere su di lui / l’iniquità di noi tutti… / Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, / per la colpa del mio popolo fu percosso a morte. / 11Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce / e si sazierà della sua conoscenza… / È stato annoverato fra gli empi, / mentre egli portava il peccato di molti (Is 53,4-6.8,11-12) si domanda: “Non canta anche la sorte di Saul il profeta dell’esilio?”

Dunque, questa domanda provocatoria apre alla possibilità di vedere in Saul un consacrato di Dio che sta portando su di sé un peso che va al di là delle sue responsabilità personali.

Che cosa dire riguardo a questo sospetto? Ha dalla sua parte solo un atteggiamento di generosa benevolenza nei confronti di Saul o è supportato da motivazioni oggettive che permettono di avallare in modo legittimo questa interpretazione? Tenteremo una risposta la prossima volta.

Don Luigi Pedrini

1 APRILE 2018

QUESTO È IL GIORNO

CHE HA FATTO IL SIGNORE!

BUONA PASQUA A TUTTI!

INIZIATIVE RAVVICINATE

Carissimi Parrocchiani, nel corso degli incontri di catechesi per adulti fatti in Quaresima sono state fatte diverse proposte a partire dalle domande che la Diocesi aveva preparato alla luce delle indicazioni date dal Vescovo nella sua Lettera pastorale. Sono indicazioni che il Vescovo desidera siano raccolte da tutte le parrocchie in vista di una sintesi vicariale che sarà esposta venerdì 8 giugno in occasione della celebrazione di conclusione dell’Anno Pastorale che si terrà in cattedrale. Riservandomi di offrire domenica prossima una sintesi più dettagliata delle osservazioni fate mi limito a riferire due proposte che ho accolto e che attueremo già prossimamente. La prima proposta è la promozione di due incontri di lettura dei documenti della Chiesa che si farà ogni quindici giorni e precisamente il 1° e il 3° giovedì del mese. Ci ritroviamo in oratorio alle ore 21.00. Dopo un un quarto d’ora riservato all’accoglienza reciproca, a un saluto, inizieremo alle 21.15 la lettura di un documento del Magistero. Cominceremo a leggere qualche pagina dell’Evangelii Gaudium, l’esortazione apostolica di Papa Francesco. La lettura durerà fino alle 21.45. Concluderemo con una preghiera, la Compieta. L’invito è rivolto a tutti gli adulti. La seconda proposta è questa. Mi è stato suggerito di concludere la S. Messa domenicale delle ore 11.00 dando un saluto personale a tutti. Pertanto dopo il canto finale anziché andare in sacrestia coi ministranti verrò sul sagrato per darvi il saluto e augurare personalmente una buona domenica.

Don Luigi Pedrini