Avvisi – 19 Aprile 2015

  • Lunedì, martedì, mercoledì, venerdì riprendo la benedizione delle case e delle famiglie (Via Via Resistenza, Via Nobili, … vie della zona “Posta”). Arriverà per tempo l’avviso.
  • Martedì 14 c.m., ore 21.00: Prove di canto
  • Continuano i lavori per il sagrato.
    Domenica prossima darò un po’ di ragguaglio sui tempi e sulle spese.
    La celebrazione eucaristica in questi giorni sarà nel salone parrocchiale.
  • Sono disponibili sulle mensole i moduli di iscrizione per il GREST sia per gli animatori sia per i ragazzi.
  • Sabato 23 maggio faremo il pellegrinaggio all’abbazia di Piona sul lago di Como e a Pasturo.
    La quota di partecipazione è 35,00 E è comprensiva del viaggio e del pranzo. L’iscrizione va data entro domenica 17 maggio presso l’edicola alla Sig.ra Anna.
  • Ringrazio per l’offerta raccolta a favore della Caritas che è stata di 385,00 E e per la Terra Santa che è stata di 145,00 E. In settimana ho consegnato anche gli alimenti raccolti in Quaresima alla Casa di accoglienza di Belgioioso.
INCONTRI DI CATECHESI
  • Domenica 19 aprile: ore 10,00 catechismo dei ragazzi di 4 e 5 Elementare; nel pomeriggio alle ore 15.15, catechismo dei ragazzi di 1°, 2°, 3° elementare e incontro per i genitori.
  • Venerdì 17 ore 21.00: Catechismo per i ragazzi di 1 Media.
  • Domenica 26 c.m: ore 10.00, catechismo dei ragazzi di 2 e 3 Elementare; nel pomeriggio, alle ore 15.15, catechismo dei ragazzi di 4 e 5 elementare e incontro per i genitori.
  • Ricordo fin da ora che Lunedì 27 c.m. faremo l’incontro sulle opere di misericordia spirituale: “Sopportare pazientemente le persone moleste”; “Pregare Dio per i vivi e per i morti”.

19 Aprile 2015

Carissimi Parrocchiani,

concludo il commento a questa seconda fase della vita di Mosè con una citazione che traggo da La vita di Mosè di san Gregorio di Nissa.

La sua riflessione di carattere spirituale vuole offrire qualche luce anche per il nostro cammino di fede. Ed ecco la sua prima considerazione. Riferendosi alla vita appartata di Mosè nel deserto, scrive: Allorché vivremo solitari, senza dover venire alle mani con gli avversari, senza dover essere arbitri di litigi, ma in unione di pensiero e di sentimenti con i pastori che condividono la nostra vita; quando tutti i moti del nostro spirito saranno unificati sotto la guida della ragione, come un gregge condotto dal suo pastore; quando potremo godere di questa vita tranquilla e senza lotte, la verità risplenderà su di noi e illuminerà con i suoi raggi gli occhi del nostro spirito.

San Gregorio afferma che quando troviamo, dopo un periodo intenso di attività, un tempo per fermarci, vissuto in pace con gli altri (in unione di pensiero e di sentimenti) e con noi stessi (unificati tutti i moti interiori) allora la verità trova spazio in noi e illumina interamente la nostra esistenza: anche noi come Mosè diventiamo spettatori di un roveto che brucia senza consumarsi.

La seconda considerazione riguarda proprio il fatto del roveto ardente che san Gregorio legge come un segno anticipatore del mistero dell’Incarnazione. Il segno umile del roveto è attraversato da un fuoco che arde e non consuma. Ugualmente nel mistero dell’incarnazione: Dio che è luce si è abbassato fino ad assumere la nostra natura umana; nel grembo di Maria si è manifestato nella carne.

Il roveto richiama anche l’umile condizione della natura umana che Dio ha voluto assumere. Non ha voluto venire in mezzo a noi con lo splendore della sua gloria, ma rivestendosi della nostra carne mortale. La luce di Dio – scrive san Gregorio – non risplende di qualche luce stellare – il suo splendore rischierebbe allora di essere confuso con quello di una materia celeste – e tuttavia, pur provenendo da un semplice roveto terreno, supera con i suoi raggi gli astri del cielo. Dunque, questa luce promana da una umanità che è in tutto come la nostra: veramente Dio si è fatto uomo; eppure, questa luce che risplende in un uomo come noi è ben superiore a ogni essere celeste, perché è la luce del Figlio di Dio fatto uomo. Anche il fatto del fuoco che arde senza consumare il roveto rimanda al mistero dell’Incarnazione. È quanto è accaduto nel mistero del parto verginale: il fuoco della divinità, che nascendo ha illuminato il mondo, ha lasciato intatto il roveto che lo ha accolto, e il parto non ha fatto sfiorire la verginità di Maria.

Ed ecco gli insegnamenti che ricava per il nostro cammino spirituale. Anzitutto, questo episodio insegna ciò che dobbiamo fare per rimanere sotto i suoi raggi. Perché la luce del roveto possa illuminare sempre la nostra vita dobbiamo custodire la pace con gli altri e con noi stessi, coltivando una vita virtuosa; in secondo luogo, ci esorta ad accostarci al mistero di Dio in atteggiamento di umiltà: infatti, non possiamo correre con i calzari ai piedi verso il luogo elevato dove si manifesta la luce della verità; … prima dobbiamo spogliare i piedi dell’anima del rivestimento di pelli morte e terrene di cui la nostra natura è stata rivestita, all’inizio, quando per avere disobbedito al comando divino, siano rimasti nudi (da: La vita di Mosé, di Gregorio di Nissa, II,19-22)

Don Luigi Pedrini

Avvisi – 12 Aprile 2015

  • L’offerta di questa domenica va a favore della Caritas Parrocchiale.
  • Lunedì, mercoledì, Giovedì, venerdì riprendo la benedizione delle case e delle famiglie (Via Galileo Galilei, Via Case Nuove, Idrometro, Puccini, Cavour, Allende, Libertà, Roggia Becca). Arriverà per tempo l’avviso.
  • Martedì 14 c.m., ore 21.00: Prove di canto
  • Mercoledì 15 c.m.: Consiglio Pastorale.
  • Avvio del rifacimento del sagrato. La santa Messa sabato e domenica sarà nel salone parrocchiale.
  • Sono disponibili sulle mensole i moduli di iscrizione per gli animatori del GREST
INCONTRI DI CATECHESI
  • Domenica 12 c.m., ore 10.00: Catechismo dei ragazzi.
  • Venerdì 17 ore 21.00: Catechismo per i ragazzi di 1 Media.
  • Domenica 19 marzo, ore 15.15, catechismo dei ragazzi di 1°, 2°, 3° elementare e incontro per i genitori.
ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI
  1. Giovedì ore 21.00: Esposizione eucaristica.
    Segue la recita dei Vespri.
    Quindi, la preghiera personale.
    Alle ore 21.45: recita di Compieta e reposizione.
  2. Venerdì ore 15.30: Esposizione. Ore 15,55: Rosario. Ore 16.20: Benedizione e reposizione.
  3. Sabato ore 10.00-11.30: Confessioni.

12 Aprile 2015

Carissimi Parrocchiani,

riprendendo le fila della vicenda di Mosè dopo le feste pasquali, mi trattengo ancora sulla seconda fase della vita di Mosè – la sua permanenza nel deserto che va dalla fuga dall’Egitto fino all’episodio misterioso del roveto che brucia senza consumarsi – per mettere in luce anche in questo caso alcune prefigurazioni della vita di Gesù. In particolare, possiamo ricordare due parallelismi illuminanti sia la vita di Mosè, sia la vita di Gesù.

Il primo lo cogliamo tra la vita che Mosè trascorre a Madian (quarant’anni) dopo la ‘fiammata rivoluzionaria’ con cui pensava di cambiare la sorte del suo popolo e la vita ordinaria che Gesù trascorre a Nazaret dopo l’episodio folgorante del pellegrinaggio a Gerusalemme nel quale ha aperto uno squarcio sulla sua identità di Figlio di Dio: “Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio’” (Lc 2,49).

Mosé, dopo quella fiammata, si immerge nella vita ordinaria: si sposa, ha dei figli, si dedica al suo lavoro di pastore. In una parola, entra nella normalità della vita comune a tutti noi. Ugualmente Gesù, dopo l’episodio del pellegrinaggio a Gerusalemme conosce una vita di nascondimento, ritorna a Nazaret dove, sottomesso a Maria e a Giuseppe, vive in famiglia la sua vita come qualunque altro figlio.

Mosè esce dal nascondimento nel deserto nel momento in cui Dio gli si rivela sul monte Sinai e gli affida la missione di salvezza per il suo popolo; Gesù lascia il nascondimento di Nazaret nel momento in cui il Padre in occasione del Battesimo lo proclama pubblicamente come il Figlio amato: da quel momento intraprende la sua missione pubblica.

Così accade anche a noi. Se la nostra vita è stata riscattata dal grigiore di un cammino che procede a vuoto, senza meta, lo dobbiamo all’iniziativa di Dio che è venuto in cerca di noi e nel Battesimo, il nostro ‘Sinai’, ci ha coinvolto nel suo disegno di grazia. Da allora siamo entrati in una vita nuova, avvincente, sulle orme di Mosè, di Gesù…

Il secondo parallelismo lo cogliamo nel silenzio che caratterizza sia la seconda fase della vita di Mosè, sia gli anni che Gesù trascorre a Nazaret. Quale mistero! Nella vita di Mosè quarant’anni di deserto, di lontananza e di distacco dal popolo oppresso in Egitto, prima di iniziare la sua missione; nella vita di Gesù trent’anni di silenzio prima di quei tre anni di ministero che hanno cambiato per sempre la storia umana.

Tutto questo rivela il modo di agire proprio di Dio: nel suo disegno di grazia le cose maturano nel silenzio, nell’ombra. A un certo momento, però, la sua iniziativa si fa manifesta e, allora, tutto incomincia come nuovo, tutto sembra erompere improvviso. E in realtà, nulla è improvvisato. Accade come per il seme di frumento che matura in estate e, tuttavia, ha attraversato tutte le stagioni traendo beneficio dal vento, dalla pioggia, dal freddo, dal sole, dall’opera umana che ha lavorato per lui.

E così Dio fa con noi: davvero la sua opera nei nostri confronti – come è stata per Mosè e per Gesù – è partita da molto lontano…

Don Luigi Pedrini

Avvisi – 06 Aprile 2015

  • Sabato 11 c.m. a Pavia, presso l’Oratorio del Carmine, alle ore 17.45: Festa del “Noi” dei ragazzi delle Medie.
  • Domenica 12 aprile, ore 10.00: catechismo dei ragazzi.
  • Per la benedizione delle case riprenderò nell’altra settimana.

Calendario – 29 Marzo 2015

Domenica 29 marzo, DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE
7.30: Def. Lucia e Maurizio
9.15: Def. Egidio e Ada
11.00: Def. Suor GianLuisa e def. Fam. Fondrini (Legato)

30 marzo, Lunedì della Settimana Santa
8.30: Def. Don Luigi Pedrotti e Genitori def.
31 marzo, Martedì della Settimana Santa
8.30: Def. Fam. Ciceri, Montanari, Susani, Concardi.
1 aprile, Mercoledì della Settimana Santa
8.30: Def. Giuseppe
21.00: Celebrazione Penitenziale

TRIDUO PASQUALE

2 aprile, Giovedì Santo
21.00: S. Messa “in Coena Domini”, con la lavanda dei piedi (ragazzi/e di IV elementare). Dopo la S. Messa, seguirà l’adorazione eucaristica fino alle ore 23.00.

3 aprile, Venerdì Santo
ore 9.00: Recita delle Lodi
ore 16.30: Funzione propria del Venerdì Santo
ore 21.00: Via Crucis per le vie del paese

4 aprile, Sabato Santo
ore 9.00: Recita delle Lodi
ore 21.15: Solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa

Domenica 5 aprile, RISURREZIONE DEL SIGNORE
7.30: Def. Fam. Ballerini
9.15: Def. Pro Populo
11.00: Def- Suor Panacea

Avvisi – 29 Marzo 2015

TRIDUO PASQUALE

  • 2 Aprile – Giovedì Santo
    Ore 21.00 Santa Messa in “Coena Domini
    Dopo la messa, prosegue adorazione fino alle 23.00.
  • 3 aprile, Venerdì Santo
    Ore 16.30 Funzione propria del Venerdì Santo
    Ore 21.00 Via Crucis per le vie del paese
  • 4 aprile, Sabato Santo
    Ore 21.15 Solenne Veglia Pasquale nella Notte Santa

 

CONFESSIONI

  • Mercoledì sera alle ore 21.00 faremo la Celebrazione Penitenziale: saranno disponibili tre sacerdoti per le confessioni.
  • Sabato, sarò disponibile nella mattina dalle ore 9.30 alle 12.00 e nel pomeriggio dalle ore 15.00 alle 18.00.

29 Marzo 2015

Carissimi Parrocchiani,

con la celebrazione della Domenica delle Palme entriamo nella Settimana Santa che ha il suo vertice nella celebrazione del Triduo pasquale in cui rivivremo il mistero della passione e risurrezione del Signore Gesù. In questa Domenica contempliamo Gesù che entra deliberatamente nella città che sta tramando contro di Lui per farlo morire.

Nel Giovedì santo contempleremo Gesù che ci dona durante l’ultima cena l’Eucaristia il sacramento con il quale Egli ha scelto di rimanere per sempre con noi e si lascia incontrare come Colui che dona la sua vita per noi. Nel Venerdì santo insieme a Maria e all’apostolo Giovanni contempleremo e adoreremo la croce manifestazione suprema del suo amore per noi. Nel Sabato santo sosteremo in preghiera accanto al sepolcro per pregustare nel grande silenzio che caratterizza quella giornata la vita nuova del risorto che sta germogliando. Nella notte di Pasqua proclameremo con l’alleluia la risurrezione di Gesù, vittoria sulla morte e fondamento della nostra speranza.

La confessione alla quale siamo invitati ad accostarci in questi giorni in preparazione alla Pasqua ci permetterà di liberare il nostro cuore da ogni resistenza e opacità per lasciarci pienamente illuminare dalla luce di Cristo.

A tutti il mio augurio di vivere con disponibilità e con fede questi giorni di grazia!

Don Luigi Pedrini

22 Marzo 2015

Carissimi Parrocchiani,

dopo il valore del silenzio, voglio ricordare alla luce dell’episodio del roveto ardente ancora tre condizioni fondamentali che favoriscono l’autentica esperienza di Dio.

La prima è bene evidenziata dal v. 3 che riferisce la decisione coraggiosa di Mosè di verificare di persona quel roveto che brucia senza consumarsi: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. Queste parole rivelano che Mosè, nonostante l’età avanzata (ha ottant’anni) e nonostante abbia tutte le ragioni per sentirsi un uomo arrivato, è ancora capace di meraviglia e di farsi domande: “perché il roveto non brucia?”. È un uomo aperto al nuovo, aperto alla speranza. Se fosse stato un uomo amareggiato e rassegnato, si sarebbe limitato a dire: “Sì è una cosa strana, ma in fondo non mi riguarda”. E, invece, vuol capire, avvicinarsi a vedere ( = “katanoesai”). Per sé questo verbo “katanoesai” che contiene in radice il termine nous che significa intelletto dice di più che il semplice ‘vedere’: allude a un’azione che coinvolge gli occhi e, insieme, l’intelletto. Pertanto, rimanda a un guardare interessato, non superficiale che si potrebbe intendere nel senso di considerare, riflettere, cercare di comprendere. Mosè è, dunque, animato da questo atteggiamento: è un uomo vecchio, ma interiormente profondamente vivo.

La seconda condizione la cogliamo nel v. 5 e, precisamente, nel comando di togliersi i sandali. Questo togliersi i sandali è un’altra condizione fondamentale per l’autentica esperienza di Dio. Dio, infatti, lo si può incontrare se si è disposti a mettere da parte le proprie precomprensioni per aprirsi in tutta semplicità e rispetto al suo mistero. Sappiamo bene che quando si tolgono i sandali e si deve camminare a piedi nudi su un terreno che è una pietraia non si cammina bene, il passo non è più sicuro, si fa incerto. Questo significa che non si può entrare nel mistero di Dio marciando trionfalmente. Si entra con rispetto, con umiltà. Ci si presenta in punta di piedi, non volendo imporre a Dio il proprio passo, ma lasciandoci attrarre nel suo.

La terza condizione la possiamo riconoscere nel v. 7 che sottolinea l’iniziativa libera e misericordiosa di Dio a favore del popolo schiavo in Egitto: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto…”. Questa sottolineatura chiede a Mosè e a tutti quanti sono alla ricerca di Dio la disponibilità a convertirsi al volto ‘nuovo’ di Dio. Mosè fino ad allora aveva pensato Dio come Colui per il quale occorre fare molto: aveva pensato che Dio gli chiedesse di rinunciare alla sua posizione di privilegio, di coinvolgersi nelle fatiche dei suoi fratelli, di spendersi anche a costo di vedersi non compreso e rifiutato. Adesso, comincia a capire che Dio è diverso: non è uno che chiede per sé e ti usa, ma è il Dio di misericordia che prima di chiedere qualcosa si prende cura di te, ti risolleva, ti rimette in gioco per, poi, coinvolgerti in un’opera di salvezza che è anzitutto sua.

Questa terza condizione ci spinge a domandarci se la nostra fede è nella linea di primo Mosè o del secondo Mosè. Siamo nella linea del secondo Mosè se custodiamo viva la coscienza che l’opera con la quale diamo testimonianza della nostra fede non è nostra, ma è di Dio e che siamo, senza nostro merito, semplici collaboratori di qualcosa che ci precede e che è più grande di noi.

Don Luigi Pedrini