Archivi categoria: Messaggio Settimanale

12 MAGGIO 2019

Cari fratelli,

l’agnello-pastore che domina la liturgia di questa domenica permette una riflessione sul senso della storia e della vita della Chiesa.

Essa ha una guida, il pastore, che infonde fiducia, che offre pascolo e parola ma che è anche vicino, divenendo egli stesso agnello.

Il pastore supremo e tutti coloro che nella storia, attraverso il sacerdozio ministeriale, ne continuano il compito, devono essere guide e compagni di viaggio nel pellegrinaggio verso le fonti delle acque della vita.

La vocazione sacerdotale è questo intreccio di carisma personale e di presenza umana.

Il prete deve far risplendere il suo valore di segno per la comunità cristiana.

Il gregge-comunità è percorso e guidato anche da un’altra energia, quella della parola, che gli Atti descrivono come un soggetto agente.

La Parola attira a sé persone diverse per convinzioni, mentalità e cultura, componendo un mosaico vivo e multicolore.

La comunità vive anche nelle contraddizioni e nella sofferenza.

Gioia e dolore, pastori e mercenari, sangue e felicità si alternano.

Ma questo itinerario ha una speranza: non avranno più fame né sete e Dio tergerà ogni lacrima dai loro occhi.

Don Emilio

05 MAGGIO 2019

Cari fratelli,

la liturgia di questa domenica ci presenta un tracciato di vita cristiana: vita quotidiana ed umile, impegnata e testimone, guidata dal pastore supremo, Cristo Signore, e dai pastori del suo gregge, intessuta d’amore e protesa verso “Colui che siede sul trono e verso l’Agnello”.

Al centro di ogni comunità cristiana c’è sempre la figura gloriosa del Cristo Risorto.

È questo che rende la Chiesa diversa da una società più o meno perfetta, da una setta, da una associazione filantropica o ideologica, da un partito.

Conoscere, amare e vivere nel Cristo costituisce l’anima dell’esperienza ecclesiale.

Questo dobbiamo innanzitutto cercare nella liturgia e nella vita della Chiesa.

Questa è anche la nostra speranza: “Io sono il Primo e l’Ultimo, il Vivente” ci diceva il Signore la scorsa domenica.

Uscendo nelle strade della nostra settimana feriale dobbiamo ritrovare la speranza e la gioia, perché il senso della vita e della storia ci è stato offerto da Cristo.

Nel segno di Maria continuiamo il mese di maggio, trovandoci la sera per la preghiera da Lei tanto amata e raccomandata.

Il S. Rosario altro non è che vangelo in preghiera.

Con esso noi meditiamo l’abisso di gioia, di luce, di dolore e di gloria nascosto nella profondità del mistero di Cristo.

La domenica ci ritroveremo invece, salvo brutto tempo, per la recita del Rosario nel cortile parrocchiale davanti all’effigie della Vergine di Lourdes.

Martedì e mercoledì in mattinata infine, passerò per la comunione agli ammalati.

A tutti buona settimana.

Don Emilio

28 APRILE 2019

Cari fratelli,

la coerenza della testimonianza cristiana, anche nelle situazioni difficili, è uno dei temi costanti del libro degli Atti degli Apostoli, che andiamo meditando in questo periodo.

Una testimonianza ferma ma non arrogante; una testimonianza decisa ma non provocatoria; una testimonianza umile, d’amore e non di privilegio, una testimonianza nel nome di Gesù.

La testimonianza e l’esperienza di Cristo si collocano all’interno della vita quotidiana e sociale: i discepoli incontrano il Signore mentre sono al lavoro e vengono di nuovo richiamati al loro impegno missionario.

Gesù lì si fa riconoscere e condivide la nostra mensa.

“Riscopriamo il mistero di fecondità e di epifania del quotidiano e dell’istante” (F. Mauriac).

Pietro è la figura del pastore, quindi della guida e del compagno dl viaggio, ma è anche la figura del discepolo, la cui caratteristica fondamentale è l’amore sino alla donazione totale.

Terminata la grande settimana dell’ottava di Pasqua, iniziamo il mese di maggio, tradizionalmente dedicato al culto di Maria.

Cominceremo mercoledì 01 alle ore 20.30 con la recita del S. Rosario in Chiesa, breve pensiero e benedizione eucaristica, e così per tutta la settimana.

Nella settimana successiva ci sposteremo per alcune sere nei cortili.

Per questo aspetto le vostre disponibilità.

Pace a tutti voi nel Cristo Risorto.

Don Emilio

21 APRILE 2019

Cari fratelli,

è Pasqua, la Pasqua del Signore.

La proclamazione dell’angelo “è risorto” esprime la fede della Chiesa nel Cristo vivente ed operante nella storia, dopo la sua morte.

Quell’evento, la cui fenomenologia ci sfugge, perché nessuno è stato testimone diretto, segna la nostra vita di salvati.

Le prime testimoni indirette della risurrezione sono le donne, persone inabilitate nel mondo orientale a testimoniare in sede giuridica.

Non si può quindi pensare ad un’invenzione della Chiesa delle origini, ma ad un dato inserito nella stessa trama di quegli eventi straordinari manifestatisi all’alba di quel primo giorno della settimana.

Evento trascendente, la Pasqua del Signore ha lasciato segni nella storia e nel mondo.

Non è più la Pasqua mosaica, antico rito di passaggio, divenuto memoriale della fuga dall’Egitto, ma un evento nuovo la cui portata è incredibile e stupefacente ad un tempo, per l’enorme valenza che investe ciascuno di noi: il Dio che si riveste di carne mortale e si sacrifica volontariamente sull’altare della croce e che, risorgendo, ci chiama tutti a condividere la sua vita divina.

Don Emilio

BUONA PASQUA A TUTTI

14 APRILE 2019

Cari fratelli,

ci apprestiamo a celebrare in questa settimana il sacro triduo della Passione e della Risurrezione del Signore, culmine di tutto l’anno liturgico, perché Cristo ha compiuto l’opera di redenzione degli uomini e della perfetta glorificazione di Dio attraverso il mistero pasquale, col quale, morendo, ha distrutto la nostra morte e, risorgendo, ci ha ridato la vita.

La solennità di Pasqua occupa dunque il punto più alto dell’anno liturgico, come ogni domenica occupa quello della settimana.

Il triduo pasquale, cioè il lasso di tempo che va dalla Messa vespertina del giovedì ai vespri della domenica di Pasqua, non significa tre giorni di preparazione alla Pasqua, ma la Pasqua celebrata in tre giorni nelle varie tappe della Passione del Signore.

A tutti auguri.

Don Emilio

07 APRILE 2019

Cari fratelli,

la Quaresima volge rapidamente al termine.

Domenica prossima inizieremo la grande settimana, che, per antonomasia, è chiamata santa.

In essa rivivremo il mistero centrale della nostra fede: la passione, la morte e la resurrezione di Nostro Signore.

Non è semplice memoria dell’evento fondante la nostra fede, ma memoriale, cioè riattualizzazione di ciò che è accaduto a Gerusalemme in quella Pasqua, così simile alle altre, tante volte celebrate, di quasi due millenni fa.

Oggi, quinta domenica di Quaresima, ascolteremo la parola vigorosa di Isaia.

L’esodo dall’Egitto diventa l’archetipo nel secondo esodo dalla schiavitù babilonese e viene proteso verso un futuro glorioso.

La salvezza presente si popola così di simboli della splendida era messianica, della quale il profeta diventa l’evangelista.

Paolo ci dirà invece di ritenere tutto spazzatura, una perdita, a motivo di Cristo.

Per guadagnare Lui, per rendersi conforme a lui, egli rinnega tutto il suo passato di ebreo zelante, perché Cristo lo ha illuminato sulla strada di Damasco.

Nel Vangelo troveremo invece l’episodio dell’adultera.

La parola di condanna pronunciata contro di essa dai farisei di ogni tempo, negatori di ogni perdono, è annullata da quella frase di Gesù: “chi è senza peccato, scagli la prima pietra”.

È come una spada che penetra fin nelle profondità le coscienze abolendo in tal modo tutte le miserie e le ipocrisie.

Don Emilio

31 MARZO 2019

Cari fratelli,

la quarta domenica di Quaresima è la domenica della gioia, perché già si intravedono le luci della Pasqua, ed alla gioia invitano le preghiere iniziali della Messa.

Israele celebra la sua prima Pasqua nella terra promessa, vissuta come festa della liberazione e ambito nel quale si attua l’abbraccio rinnovato tra il popolo ormai libero ed il suo Dio Salvatore.

Il Vangelo ci propone la parabola del figliol prodigo, o, meglio, del padre misericordioso.

Il padre si rivela prodigo nell’amore, mentre il figlio è prodigo nel peccato.

È la storia di una conversione, di un amore sconfinato di un padre che spera contro ogni speranza, e di un figlio che, dopo aver sperperato tutto, torna in sé e decide di ritornare dal padre, riconoscendosi debitore.

Come dicono le parole del padre, è una morte che diviene vita.

ln questo figlio tutti noi dovremmo riconoscerci, perché, come dice S. Paolo, “tutti siamo stati costituiti peccatori” e tutti siamo bisognosi di perdono.

Don Emilio

24 MARZO 2019

Cari fratelli,

in questa domenica, terza della Quaresima, Dio rivela a Mosè il suo nome, rifiutandosi però di svelare la sua essenza.

Questo nome impronunciabile non resta un vuoto appellativo, ma viene riempito di significato, perché rievoca l’intervento di Dio nella storia di Israele come liberatore e salvatore.

Cristo poi nel vangelo ci chiama ancora una volta alla conversione, rifiutandosi di allearsi con coloro che vedono nelle disgrazie il dito di Dio, giudice severo ed implacabile.

Tra il Padre e Gesù si instaura un rapporto di intercessione per l’umanità indifferente ed arida.

Abbiamo sempre presso il Padre un Mediatore che tenta di annodare i fili di un dialogo che l’uomo ignora o vuole spegnere.

Cerchiamo dunque di tradurre nella nostra esistenza questi inviti per giungere purificati e rinnovati nello spirito alle celebrazioni pasquali.

Don Emilio

17 MARZO 2019

Cari fratelli,

proseguiamo con costanza nel nostro cammino quaresimale, quale preparazione alla Pasqua.

Questo tempo di grazia ci invita a ripensare più intensamente al nostro essere cristiani, riconoscendoci peccatori, ma fiduciosi del perdono del Signore.

S. Massimo Confessore in una sua lettera scrive: “Dio è quel Padre misericordioso che accoglie il figlio ingrato; si china su di lui, è sensibile al suo pentimento, lo abbraccia, lo riveste di nuovo con gli ornamenti della sua paterna gloria e non gli rimprovera nulla di quanto ha commesso”.

In questa domenica, come è tradizione, la liturgia ci propone l’immagine del Signore trasfigurato davanti ai suoi discepoli, nella versione che ci dà Luca.

Nella preghiera Dio svela il suo volto; nel contatto con Dio avviene anche la nostra trasfigurazione in figli della luce.

Vi invito tutti di nuovo alla tappa significativa della quaresima: la Via Crucis del venerdì.

Martedì prossimo la Chiesa ricorda S. Giuseppe, auguri a quanti portano questo nome ed a tutti i papà.

Buona settimana.

Don Emilio

10 MARZO 2019

Cari fratelli,

siamo entrati mercoledì scorso con l’imposizione delle ceneri nel periodo quaresimale.

Nella mentalità comune la Quaresima è considerata il classico periodo penitenziale; ma questa caratteristica non è primaria né tantomeno esclusiva.

La Quaresima dipende essenzialmente dalla Pasqua, che, per la sua massima importanza, ha suggerito sull’esempio biblico un periodo di preparazione di quaranta giorni.

Concepita come un tempo di ascolto più frequente della parola di Dio, di più intensa preghiera e di digiuno per favorire l’incontro con Dio.

La Quaresima fu scelta anche come preparazione dei catecumeni al Battesimo.

In questo tempo dunque tutto il popolo di Dio, nel suo itinerario verso la Pasqua, è chiamato a rivivere il ricordo del proprio battesimo approfondendone il significato e rinnovando gli impegni di fedeltà a Dio e di lotta contro il male.

Nello stesso tempo si riconosce penitente e peccatore, pronto ad accogliere il perdono di Dio e la grazia di una vita nuova.

Don Emilio