27 DICEMBRE 2020

Cari fratelli,

siamo ormai prossimi alla fine dell’anno, un anno denso di nubi e di difficoltà.

Tutti ci auguriamo che il 2021 sia più sereno e ci permetta il ritorno ad un ritmo di vita normale.

Oggi il calendario liturgico ci invita a soffermarci sulla Famiglia di Nazareth.

Ogni creatura che appare sulla faccia della terra ha un suo destino misterioso: anche se inferiore a quello di Cristo, è pur sempre il destino di un suo fratello e di un figlio adottivo di Dio.

Ogni genitore come autentico educatore dovrebbe adottare come motto quello del Battista: “bisogna che lui cresca ed io diminuisca”.

Autorità (dal latino augère, cioè aumentare) è prima di tutto far crescere.

Il ragazzo Gesù cresce in sapienza e grazia.

Egli diventa così il modello della crescita di ogni ragazzo nella dimensione umana e spirituale.

Genitori e figli sono i poli della struttura famigliare e sono il tessuto connettivo della storia di una famiglia.

Un’analisi dei loro rapporti reciproci sulla base delle annotazioni del Siracide e di Paolo può ricondurre nell’etica cristiana anche questo impegno umano fondamentale.

L’anziano è contemporaneamente dramma e speranza.

E infatti realisticamente indebolimento fisico, ma è anche segno vivo d’amore, profondità di intuizione, sapienza, e persino, come Simeone ed Anna, profezia.

L’inizio dell’anno è posto infine sotto il segno della benedizione efficace di Dio.

Le ore, i giorni, i mesi saranno così sotto il segno luminoso del volto di Dio, che irradia luce e pace.

Don Emilio